Guardo lo specchio che riflette la mia immagine.
Guardo la me stessa che sono oggi.
Mi guardo e mi percorro.
Oggi che tutta la vita è un itinerario assolato, luminoso come questo vestito che indosso. Questo abito carico e candido come una nuvola d’agosto, lo tocco, passo le dita sui merletti, sulle sue volute e mi racconto chi sono.
Chi sono stata fino ad oggi.
Nelle pieghe dell’abito trovo le pieghe del vivere.
Del vivere la mia vita come sognavo.
Una vita che oggi, portava con sè una ferita pesante, diventata la mia saggezza, la mia maturità, quella ferita sono i miei occhi lucidi cosi tanto grati a ciò che mi circonda.
Erano la gioia di quel giorno, passato come lo sognavo da bambina e in quei giorni cosi lontani dalla vita. A quel pontile reso dorato dal sole, al riflesso del lago che faceva da specchio allo scenario, ai fiori che stretti sul polso contavano ibattiti del mio cuore, a quel velo che non voleva stare su, alla passerella per raggiungere Denni, cosi ricca eppure semplice e poi lui, il piccolo principe, in un angolo imbarazzato, come qualcuno che non sà di essere il protagonista assoluto di ogni cosa, lui con quel cuscino di fedi a dare motivo per cui tutto ha senso di essere ed è.