In quel tempo “oscuro”, gli occhi di mio figlio davano la vista
anche ai miei.
Trovai la forza nel mio cuore, dove non
c’era bisogno di vedere.”
Mi specchiai e i miei occhi si guardarono insieme allo scoccare delle campane della chiesa: era la mattina di Pasqua. Non dissi nulla. Non gioii neppure troppo. Incollai la benda e mi comportai come se nulla fosse successo. Ogni tanto tornavo a guardarmi e poi richiudevo. Ad un certo punto non ce la feci più a star zitta: io ci vedevo.Corsi in cucina e con un sussurro dissi a mia nonna:
«Forse la mia vista stà tornando, ma non dirlo a nessuno!»
Tuttora ricordo il suo sorriso. Scoppiò come la primavera in un prato, rigoglioso, pieno.
Continuai a verificare di vederci a lungo, finché dovetti arrendermi alla meraviglia.
Mi truccai, tolsi la parrucca e mi feci fare delle foto. Abbracciai William e un enorme uovo di cioccolato e poi diedi la notizia a tutti. Era il mio regalo di Pasqua.
Vedevo un solo portone, da quello potevo entrare senza paura di sbagliare nell’unico mondo che volevo vedere. In quel tempo oscuro, gli occhi di mio figlio davano la vista anche ai miei.
Trovai la forza nel mio cuore, lì dove non c’era bisogno di vedere con gli occhi.
Oggi è Luce….è rinascita!!
oggi non riesco a sentire nemmeno mille schegge di vetro
entrare dentro il mio occhio.
Ma vedo e sento l’amore, i suoi pensieri e i suoi sospiri e credetemi, vanno al di là di ogni cosa.
Arrivano sopra ogni cosa.