La canzone diceva cosi’:
“Nell’incertezza divina
Urliamo dentro l’ultima divisione
Tu mi rendi reale
Tu mi rendi reale
Forte come mi sento
Tu mi rendi reale
….
e poi ancora,
“il mondo stringeva una fede violenta
Ma ora è solo una questione di grazia
Il temporale estivo benedice tutto di me
La calda autostrada canta una poesia silenziosa
Potrei portarti la luce
E portarti a casa nella notte”
“La speranza di Denni era quella di portarmi via, di tornare nella nostra casa.
Tutte le sere, mi rimboccava le coperte, mi baciava, mi stringeva la pelle in un qualsiasi punto del braccio e andava via.
Chiudevo gli occhi anche quando non avevo sonno e immaginavo che avrebbe passato la notte dormendo al mio fianco.
Quel rituale, compreso l’abbraccio travestito da quel dolce pizzico sul braccio, era un modo per avermi, per dirmi:
-coraggio amore mio!
Entrava in macchina e, insieme al cappotto, toglieva di dosso quell’entusiasmo forzato che doveva trasmettermi, poi spingeva l’acceleratore, premeva play e partiva.
Partiva verso una direzione opposta alla mia, un itinerario contrario alla sua volontà, contava minuti riflessi sull’asfalto di una strada, che non aveva mai minimamente previsto.
Questo brano, sembrava essere perfetto per accompagnare il suo rientro a casa. Nelle notti con poche speranze, nei viaggi in cui, ogni lacrima venita rapita dal vento oltre il finestrino.
E’ stato ed è un grande uomo, il mio uomo, dotato di un’amore quotidiano che a volte nonn provi in una vita intera.
Arrivava a casa, entrava nel nostro letto, cercando di sentire il mio odore, la mia voce….il nostro amore.
“Prendeva la strada e si faceva stringeva da una “fede violenta” sperando che
tutto potesse tornare come un tempo, come doveva essere.
Sarebbe un sogno poterti portare la luce e rubarti a quel posto che non ti
appartiene”.